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Ultimo
confronto per la Casa Bianca Il modello democratico Se
ci attenessimo ai sondaggi della Cnn, non ci sarebbe nemmeno bisogno del
voto, la questione elettorale si è chiusa con l’ultimo confronto fra i
candidati. Illary Clinton ha stravinto e possiamo tutti tirare un respiro di
sollievo. Il rischio di una presidenza Trump è stato scongiurato. Per la
verità bisogna essere un po’ più prudenti, le ultime sono settimane
difficilissime per l’ex segretario di Stato, sotto attacco di wikileaks. Le
email rivelate sono compromettenti ed imbarazzanti, tanto che negli ambienti
democratici c’è persino chi rimpiange la scelta del cavallo sbagliato. Tutto
questo non riesce ad abbassare Illary al livello di Trump, che, dopo aver
ipotizzato di poter non riconoscere il risultato delle elezioni, è sceso
sotto zero. Il nuovo sogno americano si dibatte fra due candidature che non
consentono particolari illusioni. Clinton rappresenta un sistema di potere
consolidato che olia i suoi ingranaggi per tornare in pista, Trump la
variante impazzita del malessere di una nazione che non riesce più a
riconoscersi in se stessa. La corsa alla Casa Bianca rivela la grande crisi
di identità degli Stati Uniti d’America dopo la presidenza Obama. Così
democratici e repubblicani sono tornati ad essere loro stessi, propulsivi ed
espansivi i primi, conservatori e isolazionisti i secondi. Il fatto che molti
esponenti del Gop, sostengano Illary è proprio perché con Bush i repubblicani
hanno assunto caratteri interventisti che non gli appartenevano. Da qui il
problema della campagna elettorale nelle sue fasi finali, quali rapporti
devono esserci con Putin. Illary è stata brutale nei confronti del rivale
dicendogli “sei un pupazzo” dell’autocrate russo. Eccessivo magari, ma capace
di colpire nel segno. Illary che vuole regolare i conti con Assad come li ha
regolati con Gheddafi, è in rotta di collisione totale con la Russia, Trump
non sembra avere nessuna idea in materia. La cortina di ferro è caduta da più
di due decenni ma Stati Uniti d’America e Russia restano due poli
contrapposti desiderosi di orientare il mondo secondo le loro ambizioni.
Entrambi i modelli presentano imperfezioni, ma il modello democratico è solo
quello americano. Roma, 20
ottobre 2016 |
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